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Associazione di Volontariato |
UN BUON FILM TI FA PENSARE A COME AIUTARLI
di Marisa Melis
QUOTIDIANO SARDEGNA DEL 13 giugno 2012
Per le iniziative inerenti “Giugno 2012 un mese per l’autismo” la settimana scorsa ho visto un cortometraggio “un passo dietro l’altro”, regia sarda di Gianni Tetti e finanziato dall’Istituto Superiore Etnografico della Sardegna.
Un filmato che racconta di disabili gravissimi tutti sardi, ormai fuori dal contesto scolastico, coinvolti in un progetto chiamato Filippide. I ragazzi sono stati coinvolti nella preparazione di una maratona che per la prima volta si è svolta in Sicilia e poi li ha portati in varie città Europee, proiettati verso realtà di disabilità tra le più svariate.
I genitori dei ragazzi attraverso un filo conduttore che in questo caso è la competizione della corsa, raccontano del vissuto soprattutto scolastico dei figli. Sono rimasta impressionata dal film, perché la maggior parte dei ragazzi era mal tollerata dalla scuola.
Spesso stavano in bidelleria o ciondolavano negli anditi delle scuole perché, la loro presenza non era ben gradita dentro l’aula. venivano infatti “accusati” di disturbare le lezioni. Tanti di questi ragazzi non venivano “ascoltati” perché portatori di grossi problemi di comunicazione proprio nell’espressione che noi definiamo “normale”.
La comunicazione facilitata per mezzo di un pc è lo strumento che attraverso una tastiera li fa comunicare e raccontare. Peccato che i computer non venivano utilizzati a scuola, perciò vivevano completamente isolati. Alcuni di loro, a casa, davanti alla tastiera aprivano il loro cuore, esternando la loro grande delusione nel raccontare come, venivano emarginati da chi, invece, doveva insegnare loro qualcosa.
Terminate le scuole medie, come spesso accade a tanti disabili, finiva la loro carriera scolastica, proprio per i motivi su elencati.
I genitori raccontavano delle esperienze dei loro figli, ormai adulti nel mondo fuori dalla scuola, esprimendo la preoccupazione per il loro futuro pensando a quando non ci sarebbero stati più a proteggerli e curarli.
In questo filmato molto tranquillo e pacato, si è vissuta un'ora di emozioni, per le ingiustizie subite dai ragazzi, ma si è creata anche l’aspettativa che qualcosa di positivo possa succedere nella loro vita.
Questo progetto abbraccia una speranza perché “un passo dietro l’altro” si possano raggiungere quelle mete che qualcuno non avrebbe mai pensato.
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